In questa I Domenica di Quaresima condivido una pagina che arriva dall’India, riportata da un teologo gesuita, che descrive Gesù di Nazareth come danzatore, ballerino. Con l’augurio che il cammino austero e sobrio che cominciamo ci allegerisca di peccati, cose, sovrastrutture e ci permetta di danzare la vita. Fra Beppe
Danzai al mattino quando il mondo fu incominciato
e danzo nella luna e nelle stelle nel sole,
e scesi dal cielo e danzai sulla terra;
a Betlemme ebbi la mia nascita.
Danzai per lo scriba e il fariseo
ma non vollero danzare e non vollero seguirmi;
danzai per i pescatori, per Giacomo e Giovanni;
essi vennero con me e la danza continuò.
Danzai il sabato e guarii lo zoppo;
il popolo santo diceva che era una vergogna!
Mi frustarono e spogliarono, mi appesero in alto,
e mi lasciarono lì sulla croce a morire.
Danzai il venerdì quando il cielo si fece oscuro;
è duro danzare con diavolo alle spalle.
Seppellirono il mio corpo e pensarono che me ne fossi andato;
ma sono la danza e ancora continuo.
Mi abbatterono e salto in alto;
sono la vita che mai, mai morirà;
vivrò in te se tu vivrai in me.
Danza, allora, dovunque tu sia;
e vi porterò tutti dovunque siate,
e vi porterò tutti nella danza,
perché Io sono il signore della danza, disse.
Michael Amaladoss, Il volto asiatico di Gesù, Edizioni Dehoniane Bologna 2007, € 19,00, pag. 178
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