https://www.facebook.com/RivistaSolidea/photos/a.544020175662620/3697070140357592
Sulla Rivista SOLIDEA un mio contributo relativo alla visione della Enciclica Laudato si’
“La Lettera Enciclica Laudato si’ come pochi altri documenti della Chiesa Cattolica ha ricevuto attenzione, studio, critiche dal mondo laico. Quindi voglio descrivere in sintesi questo sguardo, per così dire esterno, anche perché, soprattutto nei primi tempi dopo la pubblicazione nel 2015, il mondo cattolico interno ne aveva ridotto la narrazione a poco più di una poesiola! In seguito pian piano gli studi, le riflessioni, la divulgazione dei suoi contenuti e della sua visione sono finalmente entrati nel quotidiano delle comunità, fino a produrre scelte concrete, coerenti con l’invito a prendersi cura della casa comune.
Ha impressionato subito il mondo esterno laico, scientifico, politico, il tono davvero innovativo e rivoluzionario della LS. “Spero che questa Lettera enciclica, che si aggiunge al Magistero sociale della Chiesa, ci aiuti a riconoscere la grandezza, l’urgenza e la bellezza della sfida che ci si presenta” (15) . Sottolineato da molti anche il fatto che Papa Francesco si rivolge a “ogni persona che abita questo pianeta” (3) con linguaggio, sguardo e atteggiamento totalmente aperto e inclusivo.
In secondo luogo viene apprezzata non poco l’intima connessione che il Papa propone con forza tra crisi ambientale e crisi sociale e la conseguente necessità di collegare in modo dinamico ecologia, economia, politica, fede. Questo elemento è davvero una delle novità più ricche di conseguenze culturali di tutta la LS. Anche nelle discussioni e nel documento finale del Sinodo sull’Amazzonia l’attenzione e l’impegno sono uniti sia per l’habitat che per le popolazioni che lo vivono. “L’Amazzonia oggi è tuttavia una bellezza ferita e deformata, un luogo di dolore e violenza. Gli attentati contro la natura hanno conseguenze per la vita dei popoli.”(Documento finale, 10).
E’ una costante nei discorsi del Papa il rivendicare la priorità della visione Politica – con la lettera maiuscola – sull’economia e sul paradigma tecnologico proprio per avviare processi di cura della casa comune e dei suoi abitanti, in particolare quelli più fragili e scartati.
In un mondo dove 85 personaggi più ricchi detengono ricchezza come 3 miliardi e mezzo di poveri, questi ultimi vanno al centro delle analisi e delle proposte del Papa. “Constatiamo che spesso le imprese che operano così sono multinazionali, che fanno qui quello che non è loro permesso nei Paesi sviluppati o del cosiddetto primo mondo. Generalmente, quando cessano le loro attività e si ritirano, lasciano grandi danni umani e ambientali, come la disoccupazione, villaggi senza vita, esaurimento di alcune riserve naturali, deforestazione, impoverimento dell’agricoltura e dell’allevamento locale, crateri, colline devastate, fiumi inquinati e qualche opera sociale che non si può più sostenere“ (51) . Passi come questo hanno ovviamente fornito a lettori, poco informati o che si sono sentiti toccati, il fianco per accuse anche feroci. Annotiamo che le stesse identiche osservazioni furono rivolte a Papa Paolo VI quando pubblicò la sua Lettera Populorum Progressio nel 1967!
E vogliamo ricordare con un sorriso che la cosiddetta Dottrina Sociale della Chiesa, in forma strutturata e moderna, vanta i suoi inizi nella Rerum Novarum del 1891 (non è un errore di stampa) e altro non è se non la proiezione sulle questioni sociali della luce del Vangelo. Il Papa di allora analizzava il movimento socialista e operaio, i problemi del mondo del lavoro, il capitalismo nascente e le varie risposte sociali che cominciavano ad emergere. Prendeva posizione a proposito delle categorie deboli, come le donne e addirittura i ragazzini costretti al lavoro in condizioni oggi inimagginabili. La logica evangelica non è cambiata nella Laudato si’ quando si rivolge alla crisi sociale e non solo a quella ambientale, prendendo posizione sugli scarti, ambientali ed umani.
L’aspetto poi che maggiormente ha colpito i lettori laici è l’umile e continuo ascolto che il Papa dimostra nei confronti delle voci scientifiche e dell’impegno combattivo dimostrato da tanti. Leggiamo: “Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo” (13) . Gli esponenti di varie scuole di analisi e di vari movimenti popolari hannno trovato sostegno non da poco in questo e altri numerosi passaggi della LS. che testimoniano la recezione da parte di Papa Francesco di contributi esterni che rendono il documento robusto e autorevole. D’altra parte era già nel magistero del Concilio Ecumenico Vaticano II l’affermazione che “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia.” (Gaudium et spes, 1).
Terra Madre, Slow food, Associazione Laudato si’, Libera contro le mafie, Focsiv e tanti tanti altri soggetti trovano in queste pagine una cornice di pensiero, una visione di insieme che ne esalta i valori e ne rafforza l’impegno. Non ultima addirittura la realizzazione di Giardini Laudato si’ come quello di Rosolina nel Delta del Po.
Infine è ben presente nella LS la sintesi tra visione globale e vita personale, tra lavoro inserito nel pubblico e cura della gioia e della pace interiore.
Francesco d’Assisi viene indicato come saggio modello di vita: “Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore.” Negli ultimi decenni si sono moltiplicate scuole di pensiero, di pratica meditativa, luoghi dove si cura l’equilibrio interiore e così via. Il Papa afferma che “La pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacità di stupore che conduce alla profondità della vita.“
La capacità di stupore ci riporta all’età infantile delle persone, tutto è nuovo, tutto ci meraviglia. Lo stupore non calcola il valore venale delle cose o delle persone, semplicemente ne intuisce la bellezza, la novità, la luce. Può essere interessante qui riprendere il famoso discorso di Robert Kennedy all’Università del Kansas, dove sviluppa l’analisi del Pin, Prodotto Interno Lordo, a suo parere del tutto inadeguato a calcolare e descrivere le condizioni profonde della vita. Così diceva: “Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta “.
0 risposte ↓
Non ci sono ancora commenti.
Lascia un commento