DALLA CRONACA DEL CONVENTO DI SUSA, DICEMBRE 1944/APRILE 1945
• “25 dicembre 1944. I Tedeschi occupano il nostro salone-museo (attuale Cappella,) e i loro
Cappellani Protestanti approntano l’occorrente per celebrare la Nascita del Signore.
Gennaio 1945. Il Comando di Resistenza Partigiano operante in Valle, guidato dal Comandante
Aldo Laghi (Giulio Bolaffi di Torino) chiede di installarsi in convento, che pare un luogo abbastanza
sicuro. Occupano alcune stanze già usate per il Noviziato. Il Comandante Laghi, di religione ebraica,
degnissima persona, in taluni momenti per meglio mimetizzarsi indossa la nostra tonaca: molto
affabile. Tutti ci rendiamo conto dei gravi rischi che corriamo…
Primavera 1945. Alcuni chierici professi - i più affidabili - sono molto impegnati nell’attività di
segreteria del Comando Partigiano. Si stampano col ciclostile (nottetempo) comunicati alla
popolazione, volantini, proclami. L’entusiasmo creato dal desiderio di libertà è esaltante e talora ci
rende alquanto temerari.
25 aprile 1945. Dopo alcuni giorni quasi nebbiosi, segnati da una leggera e insistente pioggerella,
oggi è il trionfo di sole primaverile: anche la natura canta la LIBERAZIONE. Il convento partecipa
all’esaltazione collettiva con il suono a distesa delle campane. Il nostro contadino Basilio Zarpellon,
con un coraggio superiore alle sue forze, issa il tricolore sulla cuspide del campanile. P. Carlo
Cavallero, 30 anni e P. Romolo Ravaschio, 28 anni, con il Comandante Laghi sfilano per le vie di
Susa seguiti da una fiumana di partigiani scesi dalle montagne.
E la città scopre con sorpresa, il ruolo svolto dal convento nella vicenda della liberazione.”
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