“La formula magica di ogni processo educativo è quel semplice “tu mi interessi” che l’adulto deve testimoniare al giovane: in famiglia, a scuola, nella società, nel mondo dello sport e anche in quello ecclesiale; la molla che fa uscire il giovane da uno stato di bagnomaria è proprio la percezione che tra lui e l’educatore qualcosa esiste, che ci sia un’attenzione vera.
Per questo è necessaria, allora, un’autentica conversione del mondo degli adulti: da un amore viscerale per la giovinezza e il suo irresistibile fascino a un amore e cura per i giovani e il loro bisogno di adulti-testimoni.
TESTIMONI DI UNA VITA DURA, MA BELLA, FATICOSA, MA RICCA DI OPPORTUNITA’, FRAGILE, MA SEGNATA DA UN BRIVIDO DI ETERNITA’”.
Condivido oggi, primo giorno di scuola in tante Regioni d’Italia, questi pensieri nei quali mi riconosco in pieno; sono tratti da La prima generazione incredula, ARMANDO MATTEO, Rubettino Editore, pg. 61
2 risposte ↓
1 elisabetta // 16 Set 2011 alle 16:22
http://www.profduepuntozero.it/2011/09/11/il-primo-giorno-di-scuola-che-vorrei/
linko questa riflessione dello scrittore Alessandro D’Avenia, quello di “Bianca come il latte, rossa come il sangue”.
Tanto di cappello.
2 Val // 8 Ott 2011 alle 17:39
Finalmente ho letto questo commento…ecco…alla lunga spero darà i suoi frutti :-)))
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